lunedì 18 novembre 2019

È disponibile "Otranto. La città dei martiri. Con carta turistica" di Lorenzo Capone


OTRANTO

La città dei martiri

Con carta turistica

di Lorenzo Capone





Quel che resta dell'abbazia
di San Nicola di Casole
LA GUIDA: Cerniera tra Occidente e Oriente sin dalla preistoria, Otranto ha da sempre rappresentato, emblematicamente, la testa di ponte del mondo greco e bizantino in Europa. Di quel mondo, d’altronde, conserva tracce inequivocabili: la chiesetta di san Pietro, con i suoi stupendi affreschi, nel cuore della cittadina, costruita laddove vi fu il primo insediamento umano; i ruderi di San Nicola di Casole, poco a sud del paese, sede per secoli di una scuola di monaci basiliani dediti alla preghiera e alla riproduzione di testi greci e latini; le numerose cripte scavate nella viva roccia lungo la valle dell’Idro e delle Memorie.
Ma Otranto, nei secoli, non è stata solo questo, anche se per questo divenne obiettivo del mondo musulmano nel 1480 quando fu assalita e occupata, per un anno, dai turchi i quali mozzarono la testa a 800 otrantini, oggi santificati, che non rinunciarono alla loro fede cristiana. Otranto è stata anche messapica e, successivamente, romana: ce lo dicono due basi in marmo con epigrafi in latino del III sec., oggi inserite alla base di un palazzotto, oltre che la numerosa ceramica rinvenuta nel corso di campagne di scavo.
Dal suo porto, nei secoli sempre molto trafficato, son passati Imperatori, Re, legioni di soldati, pellegrini, avventurieri di ogni risma che partivano o rientravano dall’Oriente: di testimonianze in questo senso ce ne sono moltissime a dimostrazione dell’importante ruolo avuto dalla città: le mura imponenti con i bastioni; il grandioso castello più volte rifatto e ampliato; gli ampi fossati; le porte cittadine, di cui se ne conserva una, l’Alfonsina, di periodo aragonese, che dà l’idea della solidità dell’intero circuito fortificatorio; il Duomo, con la cripta, realizzata con elegante materiale riutilizzato proveniente verosimilmente da più antiche costruzioni cultuali, e il grande mosaico pavimentale, unico al mondo, realizzato tra il 1163 e il 1165, dal monaco Pantaleone, rappresentante il cosiddetto “Albero della Vita”.

La valle dell'Idro

A non molta distanza dalla città, andando verso sud, poi, c’è Porto Badisco, la mitica insenatura nella quale sarebbe approdato Enea, con la Grotta dei Cervi, un paio di tortuose gallerie nella pancia della terra nelle quali centinaia di pitture murali ci dicono della presenza dell’uomo del neolitico e della sua cultura.


Lorenzo Capone, Otranto. La città dei Martiri. Con carta turistica, Capone Editore, Lecce 2019, pagine 64, con centinaia di foto a colori, Euro 7,00 - ISBN 978-88-8349-249-5


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