martedì 20 marzo 2012

"Briganti e pellirosse", di Gaetano Marabello su www.farwest.it

Briganti e pellirosse

A cura di Sergio Mura
Mi sono accostato alla lettura di questo libro con curiosità, ma anche con un pizzico innegabile di diffidenza per via di qualche remora personale a spostarmi dal genere western a tutto tondo, senza alcuna contaminazione.
Ebbene, sono rimasto piacevolmente sorpreso. L’accostamento che l’autore ci propone dei briganti del mezzogiorno italiano con gli indiani americani va oltre la similitudine, altrove evocata e lasciata frettolosamente, tra la colonizzazione del Sud dello stivale e quella del continente nord-americano, tra la resistenza armata dei briganti e quella dei guerrieri Apache e delle bellicose tribù delle pianure del nord-ovest.
L’autore, il bravissimo Gaetano Marabello, parte da subito con l’analisi dei termini: briganti e pellirosse. In entrambi, coniati dalla parte vittoriosa, denotano una buona dose di razzismo.
Il libro, dunque, affronta le possibili analogie tra un genocidio umano e culturale quasi completo (degli indiani) ed uno solo avviato ma non portato a termine (dei popoli del meridione). 
Due popolazioni – tra loro lontanissime – del nostro pianeta, l’una con archi e frecce, l’altra con doppiette e forconi entrambe con le unghie e con i denti, combattono una medesima guerra in difesa del “poco” che hanno: il territorio, la patria, la famiglia, la religiosità, la cultura e le tradizioni, la normalità del proprio quotidiano. Ciascuna ignora completamente l’esistenza dell’altra. Briganti e Indiani mai hanno incrociato le loro vicende, tuttavia – e senza averne precisa cognizione – appartengono alla medesima nazione: “i Sud del mondo”.
In conclusione possiamo dire che il libro è un ottimo libro, anche per noi appassionati di storia del west che possiamo tuffare le nostre conoscenze in un mondo con il quale l’autore ha ravvisato importanti analogie.
Autore: Gaetano Marabello
Editore: Capone Editore
Pagine: 144
Rilegatura: Brossura leggera
Dimensioni: 15 cm x 21 cm
Pregi: Ottimo saggio. Ottimamente documentato e preciso
Prezzo: Euro 12,00

tratto dal link: http://www.farwest.it/?p=12275 

lunedì 19 marzo 2012

Recensione di Enzo di Brango, apparsa su "Le monde diplomatique (Il Manifesto)" di marzo 2012.

Il brigante che si fece generale
Auto e controbiografia di Carmine Crocco
(A cura di) Valentino Romano
- di Enzo di Brango -

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giovedì 15 marzo 2012

"Papere, papaveri e paradossi. Curiosità, fatti di vita, frivolezze", di Gualtiero Della Fonte con disegni di Nello Sisinni

... Non ho la capacità né le competenze per giudicare dal punto di vista tecnico-stilistico quanto ha scritto, così come su molte cose presenti nel libro non giurerei. Walter è persona che lascia a bocca aperta l’interlocutore quando racconta storie e storielle “raccolte” o “vissute” in prima persona: si evince leggendo il volume dal quale emerge con chiarezza anche la sorprendente curiosità che lo ha accompagnato sino ad oggi. Una curiosità che lo ha spinto a riflettere sui grandi temi del mondo moderno, sui valori che devono guidare l’uomo nella quotidianità, sulla complessità della vita, sulle meschinità del comportamento umano, su quel che si può e si deve fare per non perdere la bussola rintronati dalle mille informazioni che arrivano ogni minuto nel nostro cervello.

(dalla Presentazione di Lorenzo Capone)





Il cavallo si son mangiato!

L'Autore in un ritratto
di Nello Sisinni
[…] un tale, Uccio, un personaggio-buontempone inventato dai comizianti per l’occasione elettorale, il quale, possessore di un cavallo, unico bene “mobile” di sua esclusiva proprietà, preoccupato dalla continua inappetenza dell’animale, e dal conseguente deperimento che lo inabilitava alla soma, suo naturale compito, si recò dal locale veterinario, per chiedere rimedi appropriati.
Il professionista, immediatamente, prescrisse delle pillole che dovevano servire a lenire e, conseguentemente, curare il male.
Passati alcuni giorni, il buon Uccio, visto che l’animale, nonostante le pillole, non mangiava, si recò nuovamente dal veterinario evidenziando che il cavallo non solo non aveva ripreso a nutrirsi, ma che lo stato di eccessiva debilitazione in cui era caduto, lo preoccupava non poco, facendogli presagire una possibile inaspettata morte.
Il veterinario, un professionista uso evidentemente agli scherzi, quale tentativo estremo, ma di quasi sicura efficacia, consigliò Uccio a portare il cavallo nel Municipio, “così - disse - il cavallo, vedendo mangiare con appetito gli amministratori, sicuramente, riprenderà a nutrirsi, caro Uccio, e guarirà”.
Il buontempone seguì alla lettera il consiglio del veterinario e, senza batter ciglio, accompagnò e lasciò l’animale nello spazio antistante la casa municipale con somma sorpresa dell’usciere. Passati alcuni giorni, Uccio, partito speranzoso verso il Municipio, si accorse che del cavallo non c’era neanche l’ombra, come se si fosse volatilizzato. Fu così che il povero malcapitato, trafelato e imprecando a gran voce, tirò diritto verso lo studio del veterinario, “Dottore! Dottore! - gridava - il cavallo si son mangiato!” […]. (da Papere, papaveri e paradossi)

mercoledì 14 marzo 2012

"L'editore e la passione per la storia. Una nuova edizione di Puglia archeologica", di Nicola De Paulis, (da Nuovo Quotidiano di Puglia del 13/03/2012)


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L'editore e la passione
per la storia
Una nuova edizione di Puglia archeologica
di Nicola De Paulis
(da Nuovo Quotidiano di Puglia del 13/03/2012)










L’estate scorsa a Santa Maria di Castellabate è stato premiato nel corso della Vetrina dell’editoria del Sud per l’“incessante attività” dedicata alla promozione della storia civile, economica e religiosa dell’intero Mezzogiorno.
Lorenzo Capone, docente di lettere, editore e pubblicista, dagli inizi degli anni ‘70 dirige la casa editrice di Cavallino che porta il suo nome. La sua attività di editore cominciò con il dare spazio alle storie dei paesi del Salento e ai racconti di viaggiatori italiani e stranieri che, fra Sette e Ottocento, avevano attraversato la Puglia, regione ancora marginale rispetto all’attenzione generale,  anche fino a pochi decenni fa.
Nel corso degli anni, la Casa editrice pubblica poi volumi su svariati argomenti e alcune riviste di notevole peso culturale.
Studi Storici Meridionali,
rivista diretta da Tommaso Pedìo
Da ricordare “Studi storici meridionali”, diretta da Tommaso Pedio, “Mass Media”, diretta da Gino Agnese, “Segni e Comprensione”, diretta da Giovanni Invitto. Preziosi e introvabili sono poi i volumi di cartografia storica riguardanti il Mezzogiorno, fra cui le cinquecentesche carte del Kitab-i bahriye (Libro del mare) del cartografo e ammiraglio turco Piri Re’is, in cui è raffigurata la conformazione delle coste e dei porti pugliesi.
Recenti poi le pubblicazioni rivolte al mondo musulmano, legato per ragioni storiche e geografiche al Mezzogiorno come: Il Mediterraneo nella cartografia ottomana e Musulmani in Italia. Secoli IX- XIX di Vito Salierno, e  Sud e Islam - una storia reciproca di Vito Bianchi. Grande è stata poi l’attenzione che l’editore salentino ha rivolto al fenomeno del brigantaggio nel Sud Italia, contribuendo al dibattito su questo fenomeno in occasione del recente 150° dell’Unità d’Italia. Alcuni titoli sono: Fanti e briganti nel Sud dopo l’Unità di Josè Mottola, Il brigante che si fece generale, di Carmine Crocco e Basilide del Zio, Nacquero contadini morirono briganti di Valentino R o m a n o .
Copertina del catalogo
dedicato a Mass Media
dalla Biblioteca Nazionale Centrale
di Firenze
Tante le recentissime e agevoli guide turistiche o i volumi specifici dedicati alla Puglia ed al Meridione: Napoli, Matera, Taranto, Valle d'Itria, Calabria, Campania, le masserie fortificate, i trappeti ipogei e poi la poesia dialettale, la cucina meridionale, la cartapesta leccese.
Da alcuni anni Lorenzo Capone da editore è divenuto “autore” di volumi e guide storico-archeologiche e artistiche sulla Puglia e del Mezzogiorno, spinto da quella stessa passione e amore per il territorio che negli anni giovanili gli fece iniziare la sua ricerca.
Chi lo incontra, comprende subito che la sua non è un business, ma vera passione di conoscere e far conoscere, il Sud e le antiche civiltà che vi fiorirono attraverso il Mediterraneo. La Grecia, la Turchia, l’Albania, Malta, la Sicilia, la Sardegna; mete verso le quali spesso intraprende viaggi di studio.
Questo particolare filone della sua attività e dei suoi interessi lo vede esordire nel 2003 con Puglia: guida storica, artistica e paesaggistica, poi con altre guide sul Salento, su Lecce, su itinerari turistici e religiosi, della Puglia e delle regioni meridionali; molte tradotte in inglese, francese, tedesco.
Da poco quest’anno ha presentato la ristampa aggiornata e arricchita di Puglia archeologica. Dalla preistoria alla presenza romana che era apparsa nel 2007.
Segni e comprensione,
rivista diretta da Giovanni Invitto
«Tutta la Puglia, da Nord a Sud, è un ininterrotto parco archeologico, un museo all’aperto a dimostrazione di una presenza umana organizzata già prima dell’arrivo dei Greci dall’Egeo (XVI secolo a.C.)» – si legge nel testo che è poi il punto di partenza da cui si muove il lettore per essere condotto attraverso la preistoria, alla scoperta dei primi “abitanti” come Messapi, Peuceti, Dauni, delle antiche strade di comunicazione, ecc. Si parla dei luoghi e dei culti antichi, dalla grotta della Poesia di Roca alla Grotta Porcinara di Leuca dove sulla pareti, fra altre iscrizioni è inciso: “Hic Fortunae votum factum”, qui fu fatto un voto alla Fortuna.
«Anche questo - dice Capone - come tutti gli altri miei libri, è il frutto di lunghi pellegrinaggi e di una notevole serie di letture specialistiche firmate da studiosi che per anni si sono cimentati con la ricerca sul campo. Ben poco su questo piano c’è di mio».
Ma resta il merito: quello di aver amato la nostra storia e la nostra civiltà e cercare oggi, malgrado tutto, attraverso le sue pubblicazioni, di farcela conoscere e apprezzare. (Nicola De Paulis)

lunedì 12 marzo 2012

José Mottola, "Fanti e briganti nel Sud dopo l'Unità", con Prefazione di Giuseppe Poli e Postfazione di Valentino Romano



José Mottola, Fanti e briganti nel Sud dopo l’Unità, Capone Editore 2012









Pagine 144, € 12,00 – ISBN: 978-88-8349-160-3



IL LIBRO
Molte carte d’archivio, anche tra le 250.000 del Fondo G 11 dello Stato Maggiore dell’Esercito, gettano nuova luce sul boom del brigantaggio meridionale dopo l’Unità – non malvisto tra l’altro da odierni sodalizi del Nord ­–, diradando le brume sparse da narrazioni a dir poco superficiali. Fino al 1864, Crocco, Romano, Pizzichicchio, Coppolone e altri condottieri alla macchia agirono tra Puglia e Basilicata, sostenuti  dai Borbone esuli  a Roma e dallo Stato pontificio. Sulle Murge tra  Terra di Bari e Terra d’Otranto, la  Legione Carabinieri del colonnello Sannazzaro, la Divisione Territoriale del generale Regis e la Colonna Mobile del generale Pallavicini, aiutate dalla Guardia Nazionale, contrastarono duramente bande talmente disinvolte da permettersi la messa domenicale in masseria. L’Autore propone le vicende di quei giorni con una narrazione scorrevole, avvincente e rigorosamente documentata, anche nell’esporre pratiche quali l’uso a mo’ di trofeo del mento barbuto del nemico. Non manca una radiografia culturale di comandi militari, gruppi ribelli, clero, intellighenzia, borghesia e ceti subalterni: di sorprendente attualità.

 L’AUTORE
José Mottola (1954), avvocato lavorista del foro barese, ha scritto diversi saggi storici, tra i quali: Giuseppe Albanese libero muratore e martire della Repubblica napoletana del 1799, Manduria, Lacaita, 1999; in collaborazione con Bernardo Kelz, Dai Carpazi alle Murge. Odissea di Zygmunt Kelz scampato alla Shoah, Foggia, Bastogi, 2008; Gente di razza. Così parlò Nicola Pende tutore della stirpe e pupillo dei gesuiti, Foggia, Bastogi, 2010.

mercoledì 7 marzo 2012

L'Italia dei briganti

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  Il mito del Risorgimento è da tempo messo in discussione e i vinti non sono più rappresentati come spietati tagliagole.
   Una revisione, questa, che non deve suscitare utopie secessionistiche: non si possono cancellare centocinquant’anni di storia unitaria e di guerre combattute e sofferte con la stessa divisa e sotto la stessa bandiera.
   In un Paese come il nostro, queste pubblicazioni aiutano a comprendere le ragioni dei vinti e dei vincitori, contribuendo alla costruzione di una storia condivisa.