Capone Editore
La CAPONE EDITORE, fondata nel 1980, pubblica libri legati alla storia del Mezzogiorno e all’area mediterranea, riservando molto spazio ai volumi di storia antica, archeologia, cartografia e ai rapporti tra l’Italia e le civiltà mediorientali. Notevole in questi ultimi anni l’attenzione riservata alle guide turistiche in lingua italiana e straniera su molte città e significativi monumenti storico-artistici della Puglia e dell’Italia centro-meridionale.
mercoledì 21 ottobre 2020
lunedì 19 ottobre 2020
"Turismo è... documentarsi con le guide di Otranto e Melendguno", recensione a firma di Dino Levante apparsa sulla "Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 17 ottobre 2020
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mercoledì 26 agosto 2020
"Così camminavano i pellegrini da Brindisi a Lecce e Raggiungevano Finibusterrae", recensione di Dino Levante apparsa su "La Gazzetta del Mezzogiorno" di sabato 15 agosto 2020
"Così camminavano i pellegrini
da Brindisi a Lecce e Raggiungevano Finibusterrae",
recensione di Dino Levante
apparsa su "La Gazzetta del Mezzogiorno"
di sabato 15 agosto 2020
venerdì 10 luglio 2020
È disponibile "Melendugno e Borgagne. Con Torre Specchia, San Foca, Roca Vecchia, Roca Nuova, Torre dell'Orso, Sant'Andrea. Guida storico - artistica" di Carlo Petrachi
Melendugno
e Borgagne
Con Torre Specchia, San Foca, Roca Vecchia, Roca Nuova, Torre dell'Orso, Sant'Andrea
Guida storico - artistica
di Carlo Petrachi
Guida storico - artistica
lunedì 18 novembre 2019
È disponibile "Otranto. La città dei martiri. Con carta turistica" di Lorenzo Capone
OTRANTO
La città dei martiri
Con carta turistica
di Lorenzo Capone
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Quel che resta dell'abbazia di San Nicola di Casole |
LA GUIDA: Cerniera tra Occidente e Oriente sin dalla
preistoria, Otranto ha da sempre rappresentato, emblematicamente, la testa di
ponte del mondo greco e bizantino in Europa. Di quel mondo, d’altronde,
conserva tracce inequivocabili: la chiesetta di san Pietro, con i suoi stupendi
affreschi, nel cuore della cittadina, costruita laddove vi fu il primo
insediamento umano; i ruderi di San Nicola di Casole, poco a sud del paese,
sede per secoli di una scuola di monaci basiliani dediti alla preghiera e alla
riproduzione di testi greci e latini; le numerose cripte scavate nella viva
roccia lungo la valle dell’Idro e delle Memorie.
Ma Otranto, nei secoli, non è stata solo questo,
anche se per questo divenne obiettivo del mondo musulmano nel 1480 quando fu
assalita e occupata, per un anno, dai turchi i quali mozzarono la testa a 800
otrantini, oggi santificati, che non rinunciarono alla loro fede cristiana.
Otranto è stata anche messapica e, successivamente, romana: ce lo dicono due
basi in marmo con epigrafi in latino del III sec., oggi inserite alla base di
un palazzotto, oltre che la numerosa ceramica rinvenuta nel corso di campagne
di scavo.
Dal suo porto, nei secoli sempre molto trafficato,
son passati Imperatori, Re, legioni di soldati, pellegrini, avventurieri di
ogni risma che partivano o rientravano dall’Oriente: di testimonianze in questo
senso ce ne sono moltissime a dimostrazione dell’importante ruolo avuto dalla
città: le mura imponenti con i bastioni; il grandioso castello più volte rifatto
e ampliato; gli ampi fossati; le porte cittadine, di cui se ne conserva una,
l’Alfonsina, di periodo aragonese, che dà l’idea della solidità dell’intero
circuito fortificatorio; il Duomo, con la cripta, realizzata con elegante
materiale riutilizzato proveniente verosimilmente da più antiche costruzioni
cultuali, e il grande mosaico pavimentale, unico al mondo, realizzato tra il
1163 e il 1165, dal monaco Pantaleone, rappresentante il cosiddetto “Albero
della Vita”.
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La valle dell'Idro |
A non molta distanza dalla città, andando verso sud,
poi, c’è Porto Badisco, la mitica insenatura nella quale sarebbe approdato
Enea, con la Grotta dei Cervi, un paio di tortuose gallerie nella pancia della
terra nelle quali centinaia di pitture murali ci dicono della presenza
dell’uomo del neolitico e della sua cultura.
Lorenzo Capone, Otranto. La città dei Martiri. Con carta turistica, Capone Editore, Lecce 2019, pagine 64, con centinaia di foto a colori, Euro 7,00 - ISBN 978-88-8349-249-5
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mercoledì 23 ottobre 2019
È disponibile "Popoli del Mare. Minoici, Micenei, Shardana. Origine, materie prime, traffici marittimi preistorici" di Pierluigi Montalbano
Pierluigi Montalbano
Popoli del Mare. Minoici, Micenei, Shardana.
Origine, materie prime, traffici marittimi preistorici
IL LIBRO: La geografia del mare non è una semplice tavola blu. Da millenni, nessun impero è rimasto solido se ha trascurato l’esplorazione e il governo dei mari, e senza prevalere sulle onde non si può ambire all’egemonia sulle terre. Essendo inabitabile, chi riesce a controllarne i nodi strategici, ossia gli stretti, laddove le acque si restringono e le coste si avvicinano, disegna la supremazia del potere marittimo. Chi controlla i punti di strangolamento, così sono chiamati questi luoghi, può decidere di chiudere o aprire le arterie dell’economia. Chi occupa postazioni determinanti può dissuadere o colpire il nemico. Nell’età del Bronzo, le grandi potenze imperiali cercarono in tutti i modi di amministrare gli approdi in prossimità degli stretti: la città di Troia, la splendida Ugarit, Gibilterra e i canali di collegamento che uniscono il Mediterraneo all’Oceano Indiano. E poi le ferrovie liquide: il Nilo, l’Eufrate, il Tigri, l’Indo. Tutte le grandi civiltà hanno l’acqua come elemento essenziale. Le gerarchie politiche, economiche e militari, ancora oggi, sono segnate dalla supremazia sul mare, la talassocrazia. Ma come si conquistano le onde? Non è sufficiente vincere i duelli nave contro nave, si devono proteggere le coste, tracciare rotte verso zone ricche di materie prime, installare strutture artificiali, conoscere venti e correnti, acquisire capacità tecnologiche, studiare il movimento degli astri. In questo testo è raccontata l’alba della globalizzazione di merci e idee, sono esposte le vicende che coinvolsero i grandi popoli del passato, alla ricerca del governo dei mari. Intorno al 1200 a.C. il mondo si fermò, l'organizzazione politica ed economica, ossia il vecchio "sistema di palazzo", fu annientato dalle imprese di bellicosi popoli che unirono le capacità di navigazione alle tecniche di combattimento, e misero a ferro e fuoco tutte le grandi città marittime dell'epoca.
L'AUTORE: Pierluigi Montalbano è nato e vive a Cagliari.
Studioso di preistoria e protostoria, collaboratore di alcune equipe internazionali su temi riguardanti la navigazione antica, i relitti del Bronzo e del Ferro, organizza laboratori didattici sull’archeologia e rassegne espositive sul Mediterraneo antico. Numerose le sue conferenze sulla storia della Sardegna e notevole la partecipazione a dibattiti sullo stesso argomento. Dirige il quotidiano on-line di storia e archeologia da lui fondato nel 2010.
Curatore della rassegna culturale “Viaggio nella storia”, realizzata con alcuni docenti dell’Università di Cagliari, è autore di numerosi saggi e dei volumi: Le navicelle bronzee nuragiche (2007), Dal Neolitico alla civiltà nuragica (2008), Sherden. Signori del mare e del metallo (2009), Antichi popoli del Mediterraneo (2011), Sardegna, l’isola dei nuraghi (2012), Porti e approdi nel Mediterraneo antico. Quando i Fenici solcavano i mari (2016), Sardegna. L’alba di una civiltà (2017).
È presidente dell’Associazione Storico-Archeologica Honebu.
Pierluigi Montalbano, Popoli del Mare. Minoici, Micenei, Shardana. Origine, materie prime, traffici marittimi preistorici, Capone Editore, Lecce 2019. Pagine 160, con foto a colori, € 18,00
ISBN: 978-88-8349-221-1
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