giovedì 3 aprile 2014

IL MORSO DEL RAGNO / / / Recensione a firma di Dino Levante apparsa su "La Gazzetta del Mezzogiorno" di martedì 1 aprile 2014


CAPONE TUTTA DA LEGGERE LA NUOVA EDIZIONE DEL VOLUME SCRITTO DALLO STUDIOSO SALENTINO

Il «ragno» di Nocera torna col suo morso nell’universo tarantato

Note di Lapassade, Cannizzaro, Ruck e Staples

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Dopo il successo della prima edizione (del 2005, ormai introvabile), ecco nuovamente in libreria il best seller di Maurizio Nocera Il morso del ragno (Capone Editore, 152 pagine, 10 euro), con introduzione di Gilberto Camilla (“Tarantismo e sessualità”), prefazione alla prima edizione di Georges Lapassade (con intervista), un saggio di Piero Cannizzaro (“Cosa è il tarantismo oggi”) e postfazione di Carl Anton Paul Ruck e Blaise Daniel Staples (“La tarantella e la follia di Io. Danzando con la musica del tempo”); conclude il libro l’importante sezione di testimonianze fotografiche. L’indicativo sottotitolo esplicita, in modo chiaro e inequivocabile, le finalità del volume: «Alle origine del tarantismo e il mondo del fenomeno vissuto dall’interno. Interviste a tarantate e parenti».
In realtà, come spiega lo stesso autore nell’avvertenza, questa nuova edizione risulta divisa in due parti: una prima, introdotta da Camilla, presidente della Società italiana di studi sugli stati di coscienza, seguita dalle sedici interviste che, sebbene di qualche anno fa, conservano tutta la loro importanza. Il libro si chiude con la postfazione di Ruck e Staples, entrambi ricercatori statunitensi giunti sin nel Salento in occasione del convegno di studi che si tenne a Corigliano d’Otranto, nove anni fa, il cui intervento a quattro mani viene qui pubblicato per la prima volta.
«Nocera dice il filosofo, sociologo ed etnografo francese Lapassade, scomparso nel 2008 è da tempo uno dei principali animatori del neo-tarantismo salentino, la cui sorgente principale resta l’opera classica di Ernesto de Martino La terra del rimorso. La corrente di studio, sviluppatasi nell’intero Salento, si alimenta del ricordo del tarantismo d’altri tempi, facendo rivivere nelle feste e in altre manifestazioni la dimensione musicale, corale e orchestrale. L’autore, con questo lavoro, contribuisce alla diffusione e alla conoscenza delle ricerche condotte fornendo nuovi apporti come, ad esempio, l’intervista a Luigi Stifani, divenuto noto perché musico-terapeuta di Maria di Nardò e spesso citato da E. De Martino. Scopo del libro è anche quello di delineare contenuti culturali utili a formare l’identità collettiva salentina, a volte diversa da quella descritta nel 1959 dallo stesso De Martino. Sebbene sia ormai disponibile un’ampia bibliografia, anche internazionale, il tarantismo resterà un fenomeno da approfondire. Certamente non si potrà fare a meno di tener conto dei saggi degli storici, psicanalisti, psicoterapeuti, filosofi, sociologi, etnologi, filologi, etnomusicologi e studiosi di mitologia classica presenti in questa raccolta che offre una nuova lettura anche della letteratura sin qui prodotta sull’intrigante argomento. (din.lev.)

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