giovedì 27 gennaio 2022

"Gli Angioini. La lotta per il dominio in Italia e nel Mediterraneo" di Angelo Panarese



 IL LIBRO

Entro certi limiti, si può dire che con la Dominazione Angioina tutto accadde nel Regno di Napoli una volta per sempre: nel corso di due secoli (1266, sconfitta di Manfredi a Benevento e 1442 conquista di Alfonso d’Aragona di Napoli) sono iscritti gli splendori della vita di corte, con Napoli capitale del Regno, le grandiose opere urbanistiche con le numerose chiese, i saccheggi, le desolazioni e le tragedie dinastiche, la diffusione della peste e della carestia, la protervia della feudalità e la ripresa delle autonomie cittadine. Contemporaneamente a questi temi di politica interna, si sviluppa la lotta per il dominio in Italia e in Oriente con la creazione di un “impero mediterraneo durante l’epoca di Carlo d’Angiò e dopo di lui quella di Re Roberto il “Saggio”. Tutto si manifestò e sparì in pochissimo tempo, ponendo fine al mito degli Angioini.


L’AUTORE

ANGELO PANARESE, laureato in Lettere e Scienze Politiche, Dottore di ricerca e collaboratore dell’Istituto di filosofia politica dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, è docente di Scuola media superiore. Sindaco della città di Alberobello dal 1994 al 2001, è autore dei seguenti volumi: La devianza minorile: il caso Puglia 1976-86. Economia, Sociologia, Diritto (Bari 1988); Felicità e cittadinanza nella teoria politica di Aristotele (Manduria 1993); Dal riscatto feudale al riconoscimento di Alberobello come patrimonio dell’umanità (Alberobello 2000); Filosofia e Stato (Lecce 2005); I tre Poteri (Bari 2008); Donne, Giacobini e sanfedisti nella rivoluzione napoletana (Bari 2011); Storia del Regno di Napoli. Un confronto con Benedetto Croce (Lecce 2012); Il Mezzogiorno nel Settecento tra riforme e rivoluzione (Bari 2013); Ferite aperte (Lecce 2014), La “redenzione” dell’Italia. Il grande sogno di Machiavelli (Bari 2014), Spagna e Mezzogiorno (Secoli XVI e XVII) (Lecce 2016), Risorgimento tradito. Storia e interpretazioni (Lecce 2017) e Longobardi Bizantini Normanni nel Mezzogiorno (Secoli VII - XIII) (Lecce 2021).



"Nacquero contadini, morirono briganti" di Valentino Romano disponibile con nuova veste editoriale



IL LIBRO

Per comprendere pienamente il brigantaggio postunitario meridionale, liberandolo da ogni orpello ideologico, occorre immergersi nel mondo contadino che ne è il substrato culturale e sociale. Le storie riportate – tutte recuperate pazientemente in anni di scavi archivistici - aprono uno squarcio interessante, spesso inedito, su questo mondo nel quale convivono e si scontrano tutti insieme cafoni e galantuomini, idealisti e profittatori, ultimi eroi romantici e avventurieri di sempre, briganti e soldati, vittime e carnefici, giudici e imputati, carnefici e condannati, preti avidi e monaci intriganti: comparse che affollano il Sud, palco di speranze, di illusioni e di delusioni sul quale, malinconicamente dissoltosi il Regno delle Due Sicilie, va in scena la nuova Italia. 

 

“Il volto del brigante, e con esso quelli di una dolente umanità comprimaria alle sue gesta, balzano vivissimi dalle pagine proponendoci un inedito ritratto della società contadina che li espresse”. (Paolo Zanetov)

“In queste pagine ci sono dolore e leggerezza insieme, crudeltà e amore: c’è umanità e disumanità come antinomia della stessa essenza: quella della realtà fatta di carne, delle sue pulsioni…”. (Monica Mazzitelli)

 

L’AUTORE

Valentino Romano da anni è impegnato nello studio del ribellismo contadino e della storia del Sud. Ha pubblicato, tra l’altro: Carmine Crocco, La mia vita da brigante (Bari, 1998), Historia de mujeres diferentes: las bandoleras del sur de Italia en el siglo XIX  (Moguer-Siviglia, 2001), Don Josè Borges, generale catalano e guerrigliero borbonico (Bari 2003), Brigantesse. Donne guerrigliere contro la conquista piemontese – 1860-1870 ­­– (Napoli, 2007), Raffaele Nigro: Fuochi a colori e lune in bianco e nero, con Ettore Catalano (Bari, 2008), Sì, fummo calpestati, noi ci vendicammo. Storia del brigantaggio postunitario (1860-1870), con Paolo Zanetov, a cura del Centro Studi sul Brigantaggio (Roma, 2009),Briganti e galantuomini, soldati e contadini. Storie minime della Nuova Italia (Reggio Calabria, 2016), Brigantaggio e rivolta di classe. Le radici sociali di una guerra contadina, con Enzo Di Brango  (Roma, 2017), Dalle Calabrie agli Abruzzi. Il generale Josè Borges tra i briganti di re Francesco II (Nocera Sup., 2018) e Un popolo alla sbarra. Giustizia militare: la repressione dei contadini-briganti in Terra di Bari e d’Otranto – 1864-1865 ­– (Corato, 2020).

Per la Capone Editore ha curato I briganti La Gala di Antonio Vismara (2008), Cento anni di brigantaggio nelle province napoletane di Alessandro Dumas (2009) e Il brigante che si fece generale (2011).

 


Valentino Romano, Nacquero contadini, morirono briganti, 144 pagine, euro 12,00


Per acquistare l'e-book: http://digital.casalini.it/9788883492655

Disponibile la ristampa di "Borboni & Briganti", Silvano Trevisani intervista Gianni Custodero

Il libro
L’Afganistan, la Colombia e la Palestina di oggi hanno qualcosa in comune con il Mezzogiorno d’Italia dopo il 1860? Quale Italia si è costruita nel 1861? Come e perché nasce la questione meridionale? Quali sono le colpe dei Borboni e quali quelle degli intellettuali del Sud? Criminali o partigiani i briganti? A domande del genere vuole rispondere questo libro nel quale il passato viene riletto in costante confronto con il presente. Storia alla Montanelli, quindi, ma, soprattutto, storia senza falsi pudori, anche a rischio di apparire revisionisti ad oltranza e dissacratori, nella convinzione che è ormai arrivato il momento di rendersi conto di come sono davvero andate le cose prima e dopo l’impresa di Garibaldi.

Chi è l’intervistatore
Silvano Trevisani, laureato in filosofia con una tesi sperimentale su Copernico, è giornalista professionista e saggista. Collabora con quotidiani e riviste. Ha pubblicato numerosi saggi sulla storia e il patrimonio culturale di Taranto e provincia e in particolare su Grottaglie. Ha all’attivo pubblicazioni di carattere poetico e letterario. Critico d’arte, ha curato mostre di interesse nazionale, ha promosso il restauro delle vasche della concattedrale di Giò Ponti a Taranto, ha pubblicato monografie sulla “scuola pittorica grottagliese” e su Emanuele De Giorgio. Nel 1997 ha curato la pubblicazione degli inediti “diari” di Carlo Belli, teorico dell’astrattismo italiano (Altamarea). È stato ideatore della grande mostra svoltasi a Taranto nel 1998 per le celebrazioni ufficiali del ventennale della morte di Giorgio de Chirico. Un suo saggio figura nel catalogo Rizzoli “De Chirico e la metafisica del Mediterraneo”. Per conto della Capone Editore, ha pubblicato, fra gli altri, Viaggio nella Puglia archeologica (2001), La Puglia dei Santi (2006) e Taranto. Guida storica ed artistica (2018).

Chi è l’intervistato
Gianni Custodero (1936-2009), laureato in giurisprudenza e giornalista professionista, ha diretto per oltre venticinque anni gli uffici stampa della Regione Puglia. La sua firma è apparsa in numerosi quotidiani italiani, da “La Provincia” di Como all’“Unione Sarda”, da “La Notte” al vecchio “Giornale d’Italia” ma anche su riviste come “Archivio Storico Italiano” di Ernesto Sestan, “Nuovo Mezzogiorno” e “Studi Storici Meridionali”. Ha diretto periodici ed agenzie giornalistiche. È autore di una ventina di pubblicazioni tra le quali i saggi Puglia letteraria del Novecento (Ravenna, Longo 1982), Nel Mezzogiorno fra Giolitti e il fascismo (Bari, Cacucci 1982). Un’altra storia (Fasano, Schena 1990), Le Regioni. Un fallimento all’italiana (Bari, Cacucci 1997). Con l’editore Capone ha pubblicato Puglia tra campagna e città (1988), Storia del Sud (1999), Antichi popoli del Sud (2000) e Il mistero del brigante (2008). Ha inoltre curato Puglia/Sud 1890 di Gustavo Meyer Graz (1978), Storie di briganti di Abele De Blasio (2001), Josè Borjés. Da Hidalgo a brigante (2001), Brigantaggio da Fra’ Diavolo a Crocco di Marc Monnier (2001). Ha curato inoltre le collane “Storie dal Sud” e “Carte scoperte / Storie e controstorie”.

Silvano Trevisani, Borboni e briganti. Intevista con Gianni Custodero, pagine 112, Euro 10,00

martedì 10 agosto 2021

È disponibile "Viaggio nei luoghi degli Dei. Templi in Grecia, Magna Grecia e Sicilia" di Lorenzo Capone

È disponibile Viaggio nei luoghi degli Dei. Templi in Grecia, Magna Grecia e Sicilia di Lorenzo Capone
Perché abbiamo infranto le loro immagini perché li abbiamo scacciati dai loro templi non per questo sono morti gli Dei”. Costantinos Kavafis (1863 – 1933) È dibattito antico quello che ruota intorno all’origine del tempio anche se prevale l’ipotesi che esso nasca come luogo di culto di non grandi dimensioni, di forma ovale o rettangolare, con tetto stramineo a doppio spiovente, a volte lievemente incurvato, struttura interamente in legno (pali di sostegno, trabeazioni, travi della copertura), in mezzo ai boschi della Grecia insulare e continentale. Era, questo, il primo edificio sacro che i Greci eressero per invocare le divinità di un mondo che, nell’VIII sec. a. C. circa, usciva dal lungo “medioevo ellenico”, quello dei “secoli bui” (XI – IX sec. a. C), successivo alla fine improvvisa della civiltà micenea (XIII – XII sec. a. C). Davanti a questi piccoli edifici, i Greci andavano a pregare e l’architettura templare muoveva i primi passi… Poi, col passare dei secoli, tra il VI e il IV sec. a. C., arrivarono le grandi opere templari nella Grecia continentale, nella Magna Grecia e in Sicilia, opere di notevole effetto scenico di fronte alle quali, ancora oggi, milioni di persone rimangono a bocca aperta per la imponenza degli edifici, per la bellezza complessiva della struttura, per la perfezione artistica delle rifiniture (acroteri, antefisse, doccioni, bassorilievi, sculture). In esse si specchiava la ricchezza della polis: tanto più grandioso e sfarzoso era il tempio tanto più florida doveva essere l’economia della città-stato.
Lorenzo Capone, Viaggio nei luoghi degli Dei. Templi in Grecia, Magna Grecia e Sicilia, Capone Editore, Lecce 2021, interamente a colori, formato 17x24 cm, pagine 112, euro 16,00, ISBN 978-88-8349-259-4

lunedì 26 luglio 2021

È disponibile "Storia e Storie. Riflessioni su politica e società (2006-2015)" di Giacinto Urso

È disponibile Storia e Storie. Riflessioni su politica e società (2006-2015) di Giacinto Urso, introdotto da Claudio Scamardella e curato da Dino Levante. Formato 15x21 cm, pagine 760, euro 15,00 (ISBN 978-88-8349-225-9)
Sin dal 1999, quasi ogni domenica, il giornale "Nuovo Quotidiano di Puglia" accoglie, nella significativa rubrica "Periscopio", il commento di Giacinto Urso su avvenimenti, soprattutto politici. Si è così dispiegata, per anni, una cronistoria raccolta in un primo volume (1999-2006), già pubblicato, nell'attuale (2006-2015) e appena è possibile nel prossimo (2015-2021). Tale componimento di brevi riflessioni sull'evolversi della vita del nostro Paese e della società può interessare il lettore anche per aggiornare memorie, risvegliando il passato, eterna miniera di novità, per utile raffronto con il presente e per avviare un futuro, validamente costrutito. Alla domanda, rivolta all'Autore perché continua a scrivere su giornali e riviste pur avendo quasi 96 anni, la risposta è stata: "per sentirmi vivo, per assicurare agli gli amici che sono ancora vivo, mai dimenticando il saggio monito di abbandonare le cose che ti abbandonano e di non illudersi di poter divenire astro al tramonto". Un piccolo particolare: l'Autore non pratica gli attuali strumenti informatici. Scrive ancora a mano e sempre con la stessa penna. (dalla quarta di copertina)

mercoledì 7 luglio 2021

È disponibile "La cucina salentina tra tradizione e innovazione" di Carlo Sozzo

È disponibile in libreria La cucina salentina tra tradizione e innovazione di Carlo Sozzo, 128 pagine, euro 13,00. Carlo Sozzo, leccese e salentino puro sangue, inizia nel 1989 l’attività di ristoratore ad Acaia, frazione di Vernole, presso il ristorante La Locanda del Gallo di sua proprietà. Tra i primi a utilizzare il criterio dei prodotti a km 0, la sua cucina, legata al territorio e ai suoi prodotti attraverso gli innumerevoli piatti che proponeva nei suoi menù, l’ha fatta riscoprire ai salentini e fatta conoscere ai tanti turisti che d’estate frequentavano il ristorante. Si trattava di piatti poveri, come quello della cicerchia e del grano stumpatu, ma di grande spessore che un tempo rappresentavano il mangiare quotidiano della gente del Sud. Nel 2006 decise di chiudere La Locanda per andare in giro per alberghi e ristoranti di mezza Italia per affinare la grande Arte della Cucina. Ha insegnato in Belgio cucina italiana e salentina presso la Scuola Alberghiera di Mons. Profondo conoscitore della sua terra, delle sue tradizioni e di quelle culinarie in particolare, non sono pochi gli alberghi e i ristoranti del Salento che portano la sua firma.

mercoledì 30 giugno 2021

E’ disponibile in libreria Longobardi Bizantini Normanni nel Mezzogiorno (Secoli VII - XIII) di Angelo Panarese, 160 pagine, Euro 15,00

E’ disponibile in libreria, Longobardi Bizantini Normanni nel Mezzogiorno (Secoli VII - XIII) di Angelo Panarese, 160 pagine, Euro 15,00 Dalla fine del secolo XIX in poi la distinzione dell’Italia in due regioni storiche nettamente distinte tra loro è diventata largamente diffusa anche se, ad essa, non ha corrisposto uno svolgimento storico del tema incisivo e persuasivo. Certo è, comunque, che, intorno al Mille, significativa è la divaricazione dei destini storici tra il Nord e il Sud dell’Italia. Colpisce la struttura politica unitaria assunta dal Mezzogiorno rispetto al quadro del tutto opposto dell’Italia del Nord che, se non ebbe mai una forte struttura politica unitaria creò, invece, una consistente unità giuridica e istituzionale. Entro questo quadro, infatti, si andarono formando, dopo il Mille, una serie di entità politiche che presero il nome di Comuni.