lunedì 27 gennaio 2014

IL MORSO DEL RAGNO / / / Recensione a firma di Valeria Mingolla apparsa su "Nuovo Quotidiano di Puglia" di venerdì 24 gennaio 2014

IL "MORSO DEL RAGNO" DI MAURIZIO NOCERA_______________________________
Miti e luoghi, viaggio tra i segreti del tarantismo
di Valeria MINGOLLA

"Ora che il chiasso, il frastuono sembra essere finito, almeno in parte, (...) si può iniziare a fare qualche riflessione".
Rituali, possessioni, miti greci, siti archeologici, luoghi di culto, religione e concezione del mondo sono il filo conduttore della seconda edizione del "Morso del ragno", di Maurizio Nocera (Capone Editore), in cui l'autore studia con meticolosa e ampia analisi il tarantismo fin dalle sue origini.
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giovedì 9 gennaio 2014

La Puglia, l'Adriatico, i Turchi / / / Recensione a firma di Dino Levante apparsa su "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 6 gennaio 2014

Presagio di un massacro

L'invasione turca di Otranto nel libro di Nino Lavermicocca

di Dino Levante

Quando la flotta della mezzaluna pose sotto assedio Otranto «correva l'anno di nostra salute 1480». (continua a leggere cliccando sull'immagine)
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CUCINA E CANTI AL TEMPO DEI BRIGANTI / / / Recensione a firma di Paolo Rausa apparsa su italiaexpress.wordpress.com il 5 gennaio 2014


Cucina e canti al tempo dei briganti di Giorgio Cretì


Cucina e canti al tempo dei brigantidi Paolo Rausa
Il generale José Borgesdon Ciro Annicchiarico di Grottaglie e il lucano Carmine Crocco di Rionero in Vulture, fra gli altri, sono chiamati da Giorgio Cretì a illustrare la loro ‘lunga marcia, per i sentieri impervi della storia, grondanti sangue versato e illegalità,  ruberie, espropri, con uno spirito ribelle contro l’ordine costituito dai piemontesi, nella libertà, nell’illusione di ricostituire il regno dei Borboni. Una illusione, per la verità, foraggiata dai nobili spodestati, retrivi,  che mal digerivano questa incursione straniera nei loro possedimenti. Giorgio Cretì in questo lungo e appassionato racconto nella ‘Cucina e canti al tempo dei briganti’  segue le loro vicende umane dal punto di vista del cibo e delle melodie tristi e amorose che accompagnavano i bivacchi o le soste negli anfratti del territorio, in cui cercavano di issare i loro vessilli. Giorgio si è chiesto: ‘Che cosa mangiavano questi briganti e in quali dolci canzoni annegavano la tristezza della loro vita, la nostalgia di un amore?’ L’autore, come ha già dato prova nei precedenti numerosi saggi e ricettari e nei romanzi, non indulge a sentimentalismi o a simpatie di sorta. E’ sempre attento alla vicenda umana, alla cultura che traspare, attraverso il cibo, di una società semplice che fa dei prodotti che offre la natura un’arte, che va oltre la mera sussistenza. I cibi conservati innanzitutto, le cunserve, di bottarga, i formaggi (il cacioricotta), i salumi (la nduja), la ricotta ‘scante, le verdure sott’olio e sott’aceto, i fichi essiccati che tante generazioni di contadini e di poveri hanno nutrito, le carrube sottratte ai cavalli da pance fameliche degli umani, le patate lessate, in camicia, allu tianu, le spezie e prima fra queste il peperoncino, ‘il pepe del poveri’ come dice l’autore, la cunserva piccante, che arricchisce il desco popolare del suo sapore e dei suoi uschi, i gemiti per quanto brucia il palato e poi dopo, i legumi (lupini, fave, ceci e piselli, la cicerchia), i maccheroni, i funghi sulle montagne calabresi dell’Aspromonte soprattutto, il rancio somministrato nei luoghi più reconditi, utilizzando gli animali razziati dalle greggi o dalle masserie dei benestanti, facendo attenzione a non farsi scoprire dalla soldataglia che guardava in cielo per scoprire le volute del fumo e seguire l’odore di arrosto, la selvaggina e le erbe agresti, le erbe e malerbela papa(ve)rina innanzitutto, stufata con peperoncino piccante e olive nere. Tra un boccale di vino e l’altro, quando ormai la pancia era piena, allora solo allora tornava la nostalgia della casa, della famiglia e di un amore a cui si era scelto di sacrificare tutto, persino la vita. I canti, i cori, le filastrocche cantate, intonate o meno, ripercorrevano le storie fantastiche delle loro vite, chiudendo una giornata che tra mille rischi e pericoli li vedeva per loro fortuna ancora vivi. ‘Cucina e canti al tempo dei briganti’ di Giorgio Cretì, Capone Editore, Lecce, 2011, pp. 134, € 12,00.
Poggiardo, 5/1/2014

mercoledì 18 dicembre 2013

LA PUGLIA, L'ADRIATICO, I TURCHI / / / Recensione a firma di Valeria Mingolla apparsa su Nuovo Quotidiano di Puglia di martedì 17 dicembre 2013

L'Adriatico racconta storie di guerra e di pace

di Valeria Mingolla


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Adriatico dunque mare di guerra? No, perché oltre che arena di scontro tra "Res publica Christiana" (Manselli) e Islam, latinità occidentale contro ortodossia orientale, fu anche mare di pace, aperto alle relazioni economiche fra due sponde, agli intrecci delle culture e dei costumi, alla conoscenza fra genti diverse, all'interscambio di forme e prodotti d'arte (architettura, pittura, scultura, miniatura, oreficeria, ecc.). (clicca sulla foto per continuare a leggere)

mercoledì 27 novembre 2013

La Puglia fra arte bizantina e barocca - Presentazione venerdì 29 novembre a Bari, nell'ambito della Rassegna "Building Apulia"


 Saranno presentati venerdì 29 novembre a Bari due volumi di Nino Lavermicocca e Mario Cazzato editi da Capone Editore di Lecce
La Puglia
fra arte bizantina e barocca
Nell’ambito della decima edizione della rassegna Building Apulia

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  Venerdì 29 novembre, alle ore 11, presso la sala Guaccero, in via Capruzzi 214 a Bari saranno presentati i due volumi Puglia bizantina di Nino Lavermicocca e Puglia barocca di Mario Cazzato, ambedue pubblicati dalla Capone Editore di Lecce.
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  All’incontro, moderato dal direttore editoriale di «Puglia Libre» Stefano Savella, saranno presenti gli autori e l’editore.
  La manifestazione, che si inserisce nell’ambito Rassegna Building Apulia, ideata e promossa dal Servizio Biblioteca e Comunicazione Istituzionale del Consiglio Regionale della Puglia e giunta alla decima edizione, affronta quest’anno una problematica complessa qual è quella dell’ “identità regionale” che, in Puglia, si presenta particolarmente ricca e articolata, date le molteplici influenze che il territorio ha subìto nel corso dei secoli, dando vita  ad aspetti artistico-culturali ancora oggi al centro di approfondimenti.

martedì 26 novembre 2013

LA PUGLIA, L'ADRIATICO, I TURCHI / / / Recensione a firma di Enrica Simonetti apparsa su "La Gazzetta del Mezzogiorno" di domenica 24 novembre 2013


SAGGI LAVERMICOCCA, CAPOTORTI E CORTONE
IN UN LIBRO DI CAPONE SPIEGANO IL «CONO LIQUIDO»

La Puglia

e i Turchi

ecco a voi l’Adriatico

Un viaggio storico a caccia della nostra identità
Di Enrica Simonetti

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A qualcuno sembra un corridoio stretto e lungo, un mare-fiume, un orizzonte blu carico di storia. Parliamo dell’Adriatico, il nostro Adriatico, che però non è solo Italia, ma anche Balcani, oriente, sponda di antichi approdi, di scorrerie di pirati e di sogni imperialistici. È nella sua diversità la ricchezza dell’Adriatico, mare che lo studioso Nino Lavermicocca definisce un «cono liquido incubatore di civiltà e culture», insomma un mare di frontiera (continua a leggere, cliccando sull’immagine)

martedì 5 novembre 2013

LA PUGLIA, L'ADRIATICO, I TURCHI / / / Presentazione sabato 9 novembre a Bari

Sarà presentato a Bari il 9 novembre

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La Puglia, l'Adriatico, i Turchi

Sabato 9 novembre alle ore 17e30, sarà presentato il volume curato da Nino Lavermicocca e con presentazione di Giorgio Otranto  La Puglia, l'Adriatico, i Turchi, pubblicato dalla Capone Editore di Lecce.
L'iniziativa, organizzata dall'Archeo Club "Italo Rizzi" di Bari, si terrà presso la Sala Convegni di Palazzo Calò, in strada Lamberti, 8, nella Città Vecchia.
Introdurrà Nico Veneziani, interverranno, oltre al curatore Nino Lavermicocca, Mariella Basile, Giorgio Otranto e Padre Damiano Bova.




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