martedì 5 febbraio 2013

PUGLIA BAROCCA /// Recensione di Angelo Rossano apparsa sul "Corriere del Mezzogiorno" di martedì 22 gennaio 2013


Dietro il volto barocco
della Puglia

I portali, le facciate, gli altari: il barocco ha il suo profilo, il suo idioma, il suo sguardo sospeso sulla pietra. Nel volume di Mario Cazzato, (Puglia barocca, Capone editore, pagg. 135, euro 18), si rintracciano le fila di uno stile imperdibile, unico e di un gusto che attraversa la regione in lungo e in largo.



Il libro L’antologia ragionata di Mario Cazzato, con un ricco corredo iconografico
Viaggio nella
«Puglia barocca»

È più di un libro. Ed è più anche di un'antologia. Grazie alle immagini è una passeggiata struggente nella Puglia Barocca. È una ricerca continua di particolari poco noti, dettagli esaltati dalla descrizione o dalla fotografia. È una miniera di curiosità, informazioni, notizie. Edito da Capone Editore, Puglia Barocca di Mario Cazzato (pp. 136, euro 18) è - come spiegato in premessa - una storia generale del barocco pugliese in quanto categoria artistica e segnatamente architettonica.
E per chiarire che barocco in Puglia non vuol dire solo Lecce, basta arrivare a pagina 3, e poi subito alle pagine 4 e 5. Infatti, se la copertina del libro è dedicata a un particolare di palazzo dei Celestini a Lecce (foto di Vincenzo Marchionno), già a pagina 3 c'è Martina Franca e a 4 e 5 Barletta con Palazzo della Marra.
Per proseguire nel viaggio sotto la guida di Cazzato non è affatto necessario essere esperti d'arte o d'architettura. Basta avere nel cuore questa terra e negli occhi un po' di curiosità. E anche una certa disponibilità per una scrittura che non si dedica particolarmente alla semplicità, quanto piuttosto alla precisione sin nel dettaglio. Dinanzi al pozzetto del Convento degli Olivetani, l'autore spiega «quali dinamiche si attivarono in maniera tale da rendere la realtà della Puglia meridionale assai più ricettiva nei confronti del fenomeno barocco». Un fenomeno che non è «un unico» se già nel secondo capitolo si parla della transizione al barocco, della «maniera leccese» e della «maniera neretina».
Ogni pagina ha un'immagine che riscopre un dettaglio e racconta una storia. Dalla bellissima chiesa di San Domenico a Nardò alla Cattedrale di Gallipoli, dalla chiesa di Sant'Irene a quella di Santa Croce a Lecce. Ogni tanto conviene fermarsi nell'inseguire queste bellezze senza tempo. Come nel caso dell'altare maggiore delle Carmelitane Scalze sempre a Lecce. Di quest'altare Cazzato racconta la storia, le trattative condotte con l'artista per
la realizzazione e persino il compenso pattuito. Ed eccoci poi a Ostuni, e poi a Maglie, a Francavilla Fontana.
Il viaggio continua nella geografia e nella storia. E descrive gli effetti che ebbe su arte e architettura il terribile terremoto che «nel giorno 20 del mese di febbraio dell'anno 1743, giorno di mercoledì ad ore 23 e mezza» si propagò dall'epicentro nel canale d'Otranto.


Di Angelo Rossano


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