Dietro il volto barocco
della Puglia
I portali, le facciate, gli altari: il barocco ha il suo profilo, il suo idioma, il suo
sguardo sospeso sulla pietra. Nel volume di Mario Cazzato, (Puglia barocca, Capone editore, pagg. 135, euro 18), si rintracciano le fila di uno
stile imperdibile, unico e di un gusto che attraversa la regione in lungo e in largo.
Il libro L’antologia
ragionata di Mario Cazzato, con un ricco corredo iconografico
Viaggio nella
«Puglia barocca»
È più di un libro. Ed è più anche di un'antologia. Grazie
alle immagini è una passeggiata struggente nella Puglia Barocca. È una ricerca continua di particolari poco noti, dettagli esaltati
dalla descrizione o dalla fotografia. È una miniera di curiosità, informazioni,
notizie. Edito da Capone Editore, Puglia
Barocca di Mario Cazzato (pp. 136, euro
18) è - come spiegato in premessa - una storia generale del barocco pugliese in
quanto categoria artistica e segnatamente architettonica.
E per chiarire che barocco in Puglia non vuol dire solo
Lecce, basta arrivare a pagina 3, e poi subito alle pagine 4 e 5. Infatti, se
la copertina del libro è dedicata a un particolare di palazzo dei Celestini a
Lecce (foto di Vincenzo Marchionno), già a pagina 3 c'è Martina Franca e a 4 e 5
Barletta con Palazzo della Marra.
Per proseguire nel viaggio sotto la guida di Cazzato non è
affatto necessario essere esperti d'arte o d'architettura. Basta avere nel
cuore questa terra e negli occhi un po' di curiosità. E anche una certa disponibilità
per una scrittura che non si dedica particolarmente alla semplicità, quanto piuttosto
alla precisione sin nel dettaglio. Dinanzi al pozzetto del Convento degli
Olivetani, l'autore spiega «quali dinamiche si attivarono in maniera tale da rendere
la realtà della Puglia meridionale assai più ricettiva nei confronti del fenomeno
barocco». Un fenomeno che non è «un unico» se già nel secondo capitolo si parla della
transizione al barocco, della «maniera leccese» e della «maniera neretina».
Ogni pagina ha un'immagine che riscopre un dettaglio e
racconta una storia. Dalla bellissima chiesa di San Domenico a Nardò alla Cattedrale
di Gallipoli, dalla chiesa di Sant'Irene a quella di Santa Croce a Lecce. Ogni tanto
conviene fermarsi nell'inseguire queste bellezze senza tempo. Come nel caso
dell'altare maggiore delle Carmelitane Scalze sempre a Lecce. Di quest'altare Cazzato
racconta la storia, le trattative condotte con l'artista per
la realizzazione e persino il compenso pattuito. Ed eccoci
poi a Ostuni, e poi a Maglie, a Francavilla Fontana.
Il viaggio continua nella geografia e nella storia. E
descrive gli effetti che ebbe su arte e architettura il terribile terremoto che
«nel giorno 20 del mese di febbraio dell'anno 1743, giorno di mercoledì ad ore
23 e mezza» si propagò dall'epicentro nel canale d'Otranto.
Di Angelo Rossano
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