CAPONE EDITORE
UN TUFFO NEL PASSATO FRA LUOGHI, PERSONAGGI E TESORI
CHE NON È SOLTANTO NOSTALGIA
Un mondo
di streghe
e pozioni magiche
nelle fiabe
di Puglia
Storie care all’infanzia rilette
da Antonio Errico
di DINO LEVANTE
C’era una volta... e c’è ancora. Parliamo del piacere di leggere
le favole, i racconti, quelle belle (e anche paurose) occasioni di dialogo tra
genitore e figlio, da nonno o zio e nipote, molto spesso usate specialmente per
conciliare il sonno, una volta a letto. C’è ancora chi ricorda le calme sere d’estate
quando, per le vie dei nostri paesi assolati per tutta la lunga mattinata, a sera,
dopo vespro, con un po’ di fresco ci si riuniva intorno ad un anziano che rimembrava,
a memoria, senza leggere (perché quasi certamente analfabeta), fatti così
strani e lontani da catturare la fantasia dei più giovani ascoltatori. Era una
opportunità per tenere buoni anche i bambini più vivaci, sotto il felice e
sempre vigile sguardo della mamma.
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Da oggi
è disponibile, nelle librerie italiane, il bel volume di Antonio Errico Fiabe
e leggende di Puglia (Capone Editore, 128 pagine, 10,00 euro), primo testo della
nuova collana a cura dello stesso autore e di Maurizio Nocera dal titolo «La
terra e le storie ». In tutto sono trentadue brevi novelle, tutte più o meno
ambientate nelle contrade pugliesi.
Errico,
noto e apprezzato scrittore, del quale su queste colonne ci siamo occupati per
ultimo del suo bel romanzo L’esiliato dei Pazzi (Manni Editori, 2012),
dopo aver letto diverse raccolte simili precedenti, non ha frenato l’impulso «del
dover scrivere dopo aver letto».
In realtà,
in quest’antologia di Errico, dirigente scolastico in un liceo salentino, ha
raccolto e rivisitato vari scritti d’ambito nazionale e meridionale. Si nota come
la preoccupazione della chiarezza nel descrivere situazioni, alcune volte anche
complesse, sia uno dei due binari della struttura letteraria dell’autore. La
semplicità e la bellezza viaggiano insieme in un crescendo d’interesse che dal libro
si sprigiona nell’aria, come se tutto fosse stato scritto per essere letto ad
alta voce, perché dal lettore giungesse all’a s c o l t at o re.
Nelle
favole tramandateci Errico «ci ha messo mani», così si faceva fino a qualche
decennio fa, quando ognuno aggiungeva del proprio, a partire dalla storia di
Omero e della sua Odissea. Amore, fate, luna, streghe, sirene, diavoli,
eppoi, il monaco furbo, i luoghi, gli odori, i sapori, tesori, è un susseguirsi
di emozioni e di sensazioni che fanno scivolare la memoria sull’agile pendio
dei ricordi dell’infanzia. Ed Errico questo fa con successo: riportare nel singolo
lettore quei piaceri del ritorno al mito. La ricerca di ciò che siamo stati
passa, con questo libro, dalla storia alla leggenda, dalle testimonianze alle immaginazioni.
Uno sforzo proteso verso quel racconto che è in noi, sopito, ancora da scrivere
e da ritrovare, fra le pieghe della spensieratezza.
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