giovedì 21 febbraio 2013

FIABE E LEGGENDE DI PUGLIA /// Recensione di Dino Levante apparsa su "La Gazzetta del Mezzogiorno" di martedì 19 febbraio 2013


CAPONE EDITORE
UN TUFFO NEL PASSATO FRA LUOGHI, PERSONAGGI E TESORI
CHE NON È SOLTANTO NOSTALGIA


Un mondo
di streghe
e pozioni magiche
nelle fiabe
di Puglia
Storie care all’infanzia rilette
da Antonio Errico


di DINO LEVANTE





C’era una volta... e c’è ancora. Parliamo del piacere di leggere le favole, i racconti, quelle belle (e anche paurose) occasioni di dialogo tra genitore e figlio, da nonno o zio e nipote, molto spesso usate specialmente per conciliare il sonno, una volta a letto. C’è ancora chi ricorda le calme sere d’estate quando, per le vie dei nostri paesi assolati per tutta la lunga mattinata, a sera, dopo vespro, con un po’ di fresco ci si riuniva intorno ad un anziano che rimembrava, a memoria, senza leggere (perché quasi certamente analfabeta), fatti così strani e lontani da catturare la fantasia dei più giovani ascoltatori. Era una opportunità per tenere buoni anche i bambini più vivaci, sotto il felice e sempre vigile sguardo della mamma.
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Da oggi è disponibile, nelle librerie italiane, il bel volume di Antonio Errico Fiabe e leggende di Puglia (Capone Editore, 128 pagine, 10,00 euro), primo testo della nuova collana a cura dello stesso autore e di Maurizio Nocera dal titolo «La terra e le storie ». In tutto sono trentadue brevi novelle, tutte più o meno ambientate nelle contrade pugliesi.
Errico, noto e apprezzato scrittore, del quale su queste colonne ci siamo occupati per ultimo del suo bel romanzo L’esiliato dei Pazzi (Manni Editori, 2012), dopo aver letto diverse raccolte simili precedenti, non ha frenato l’impulso «del dover scrivere dopo aver letto».
In realtà, in quest’antologia di Errico, dirigente scolastico in un liceo salentino, ha raccolto e rivisitato vari scritti d’ambito nazionale e meridionale. Si nota come la preoccupazione della chiarezza nel descrivere situazioni, alcune volte anche complesse, sia uno dei due binari della struttura letteraria dell’autore. La semplicità e la bellezza viaggiano insieme in un crescendo d’interesse che dal libro si sprigiona nell’aria, come se tutto fosse stato scritto per essere letto ad alta voce, perché dal lettore giungesse all’a s c o l t at o re.
Nelle favole tramandateci Errico «ci ha messo mani», così si faceva fino a qualche decennio fa, quando ognuno aggiungeva del proprio, a partire dalla storia di Omero e della sua Odissea. Amore, fate, luna, streghe, sirene, diavoli, eppoi, il monaco furbo, i luoghi, gli odori, i sapori, tesori, è un susseguirsi di emozioni e di sensazioni che fanno scivolare la memoria sull’agile pendio dei ricordi dell’infanzia. Ed Errico questo fa con successo: riportare nel singolo lettore quei piaceri del ritorno al mito. La ricerca di ciò che siamo stati passa, con questo libro, dalla storia alla leggenda, dalle testimonianze alle immaginazioni. Uno sforzo proteso verso quel racconto che è in noi, sopito, ancora da scrivere e da ritrovare, fra le pieghe della spensieratezza.


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