giovedì 28 maggio 2015

Quelle storie di briganti secondo Claudio Conti, recensione a firma di Dino Levante apparsa su "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 20 maggio 2015


Quelle storie di briganti
e galantuomini
secondo Claudio Conti
Il volume del saggista edito da Capone
di DINO LEVANTE

Il brigantaggio: un fenomeno singolare, ancora da conoscere a fondo con tutto il suo fascino, le caratteristiche minori, le differenziazioni che gli storici, nel corso degli ultimi decenni, hanno cercato di approfondire attraverso documentazioni e prove fornite dalle fonti archivistiche. Lo stesso periodo, gli stessi protagonisti spesso sono stati descritti in una copiosa produzione letteraria, scaturita dalla fantasia ma sempre connessa a fatti storici realmente accaduti. In questo fortunato filone si inserisce il recente volume del saggista Claudio Conti dal titolo «Briganti e galantuomini. Dai Borbone ai Savoia» (Capone Editore, 216 pagine, 13 euro).
Sullo sfondo una guerra civile, per decenni ignorata dalla storia ufficiale: quella cosiddetta del «brigantaggio meridionale», che Conti descrive da due punti di vista particolari. Quello militare, caratterizzato spesso da una ferocia inutile e soprattutto da una inadeguatezza del comando, che lascia facilmente presagire i disastri del 1866. Poi, c’è l’aspetto politico-sociale, che privilegia (a differenza di altri romanzi ambientati nel medesimo contesto storico) il ruolo dei «galantuomini» e il patto sottoscritto con l’amministrazione piemontese. Un accordo destinato a incidere sulla successiva evoluzione delle regioni meridionali, ma anche sugli esiti del processo di formazione dello Stato unitario.
È questo il quadro in cui si svolge il difficile percorso verso l’età adulta del protagonista, che dolorosamente e con fatica matura la consapevolezza dei propri mezzi e la capacità di orientare autonomamente il proprio destino. Il brigantaggio non si può identificare soltanto con quella forma di banditismo caratterizzata da azioni violente a scopo di rapina ed estorsione; in diverse circostanze assume risvolti insurrezionalisti politico-sociali. La guerra che ha opposto i briganti al neonato esercito italiano, contadini senza terra a latifondisti, costituisce l’intelaiatura del romanzo. Il resto è da leggere.



lunedì 18 maggio 2015

BRIGANTI E GALANTUOMINI / / / Recensione a firma di Claudia Presicce apparsa su Nuovo Quotidiano di Puglia del 17 maggio 2015

L'Italia dell'Unità e i dubbi del soldato

La forma del romanzo storico è una scelta diffusa quando la stagione da rievocare è quella del tormentato periodo dell'Italia postunitaria, "pagine" destinate a risultare spesso aggrovigliate nei gangli della parzialità, al buio di artati depennamenti, vecchi e nuovi, di rimozioni di interi capitoli dolorosi o solo ricostruzioni deliberatamente parziali. [...] continua a leggere cliccando sulla foto

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