L'editore
Lorenzo Capone
premierà dodici studenti
di
Giuseppe Pascali
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Dalla
cartografia storica alle guide turistiche all’etnomusicologia.
Un
panorama di sapere e di buone
letture quello offerto dal catalogo di
Capone Editore, la casa editrice con sede sulla provinciale
Lecce-Cavallino dai cui tipi ogni anno escono alcuni dei migliori
libri d’Italia e che,
anche in questa edizione, torna ad essere al
fianco del Concorso «Lo
scrivo io».
Una
presenza ormai istituzionale
quella di Capone Editore, presente sin
dalla prima edizione dell’iniziativa siglata da «La Gazzetta del
Mezzogiorno» (cioè da ben diciotto anni), ribadita anche questa
volta con dodici ricchi pacchi libro.
«Siamo
convinti che leggere, scrivere e parlare sono tre aspetti di un
processo, quello comunicativo, che
oggi più di prima riveste un
ruolo fondamentale per la nostra società», spiega il dottor Lorenzo
Capone, editore e giornalista e conoscitore del mondo dei giovani per
essere stato insegnante di Lettere.
«Se a
questo - prosegue il fondatore dell’omonima Casa editrice - si
aggiunge che non si può scrivere senza
aver letto e analizzato,
discusso, verificato le informazioni recuperate, si comprende ancora
meglio come non
si possa non essere vicini allo spirito
dell’iniziativa. Noi siamo una casa
editrice
che crede in questi progetti e
nelle potenzialità comunicative di
ogni giovane studente». La Capone
Editore, fondata nel 1980,
pubblica libri legati alla storia del Mezzogiorno e all’area
mediterranea, riservando notevole spazio alla pubblicazione di volumi
di storia antica, archeologia, cartografia e ai rapporti
tra
l’Italia e le civiltà mediorientali.
Notevole
in questi ultimi anni l’attenzione riservata alla pubblicazione di
guide turistiche in lingua italiana
e straniera su molte città e
significativi monumenti storico-artistici della Puglia e dell’Italia
centro-mer i d i o n a l e.
Tra le
novità la ristampa anastatica
del volume di Alba Medea, «Gli
affreschi delle cripte eremitiche pugliesi» (tomo I), un libro
pubblicato per la prima volta nel 1939, e «Viaggio nel Salento
magico» di Federico Capone, dove si racconta di folletti e streghe,
di fate, orchi e sirene, del venefico morso della tarantola, di
fatti di vita quotidiana, di usi, di costumi e di superstizioni, con
fiabe e
f i l a
s t ro c ch e.
«Scrivere,
come parlare, non è cosa
semplice – aggiunge il dottor Capone - I
ragazzi, per imparare, devono essere stimolati a queste attività fin
da giovane età. Così come per la lettura: io credo che non ci siano
libri “c at t iv i ”, ma ogni libro ha un proprio
valore ed è
portatore di un messaggio.
Se così
non fosse non avrebbe senso
scriverlo e nessun altro senso leggerlo».
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