Quel precursore del giornalismo
che raccontò anche i disastri nostrani
che raccontò anche i disastri nostrani
Capone pubblica «I moribondi di Palazzo Carignano»
di Petruccelli della Gattina
Nuove pagine per comprendere, qui al Sud, ciò che
accadde negli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia. A cura di Enzo
Di Brango, con prefazione di Valentino Romano, per Capone Editore 2013 (Pagine
136, 12 Euro) esce di Ferdinando Petruccelli della Gattina, I moribondi del
Palazzo Carignano.
Si tratta di «una carrellata ironicamente impietosa
dei vizi e dei limiti della prima classe dirigente della Nuova Italia - spiega
una nota -, scritta da chi l’osserva dal suo interno con l’obiettività di un
uomo che si considera “giornalista estero”; nell’analisi disincantata e non
partigiana del primo Parlamento Italiano e dei suoi esponenti il lettore avrà
modo di leggere in controluce i vizi e le meschinità di una rappresentanza
popolare che inaugura la lunga stagione della “Casta”.
E il lettore - nell’amaramente divertita elencazione
dei tanti trasformismi, nelle attente cure degli interessi di parte, negli
smaccati giochi del compromesso - non potrà non cogliere utili elementi di
confronto con il presente». Ferdinando Petruccelli della Gattina (Moliterno, 28
agosto 1815 - Parigi, 29 marzo 1890), del resto, giornalista, scrittore e
politico, fu «liberale e anticlericale, anticonformista e dissacratore, esule
in Europa dopo i moti insurrezionali del 1848, soggiornò lungamente in Francia
e Inghilterra: è considerato un precursore del giornalismo moderno».
«Con I moribondi del Palazzo Carignano -
spiega l’editore - inaugura il filone letterario di denuncia del malcostume
della politica italiana e porta all’attenzione di una vasta platea i vizi e le
miserie della “Casta”. Per Indro Montanelli è il “più brillante giornalista
italiano dell’Ottocento” e le sue cronache “incantano per la loro freschezza e
modernità”»
Bene ha fatto dunque Capone a riproporre lo scritto,
curato da Enzo Di Brango. Egli, nato ad Aquino (Fr) e vive a Roma, collabora
con l’edizione italiana di Le Monde Diplomatique. È coautore de I
Fondi pensione, la nuova previdenza complementare» (Cafi, 2007) e autore de
L’Italia si cerca e non si trova, Unità federalismo e democrazia di fronte
alla colonizzazione del Sud (Qualecultura, 2012), ha pubblicato, con il «Calendario
del Popolo», L’Ernesto, Nuestra America e Proteo. Ha curato la mostra
fotografica sul brigantaggio meridionale «E i contadini presero il fucile»
(Roma, 2003).
E così si impreziosisce ulteriormente la collana «Carte
scoperte, storie e controstorie» che «ripropone testi storici e opere di
narrativa; ospita saggi canonici e in controtendenza; accoglie approfondimenti,
sfumature e ipotesi alternative; dà voce ad episodi e personaggi locali, nella
convinzione che la Storia “maggiore” altro non sia se non l’insieme e il
prodotto di tante storie “minori”».
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