In copertina: Lecce, particolare di Palazzo dei Celestini (foto di Vincenzo Marchionno) |
Mario Cazzato, Puglia barocca, Capone Editore 2013
Pagine 136, € 18,00
ISBN: 9788883491689
Il Libro
Se a Napoli non si può parlare di barocco prima del 1631, a Lecce il fenomeno deve essere spostato almeno di un quindicennio, con le opere di Cesare Penna, anche se l’esplosione vera e propria del barocco leccese, divenuto ormai salentino, si verificò tra gli anni ‘70 e ‘80 del secolo. La figura chiave di questo periodo è senza dubbio Giuseppe Zimbalo. Fino alla sua morte avvenuta nel 1710, lo Zimbalo, infatti, occupò un posto di rilievo nel panorama architettonico salentino anche quando la sua attività si intrecciò con quella di Giuseppe Cino. È, comunque, con Mauro Manieri (1687-1744), per via della sua radicale critica all’esasperato decorativismo barocco di quegli anni, che avvenne una svolta decisiva.
Fu, però, il terremoto del 1743 a determinare l’affermazione del gusto rocaille, un gusto che unificò il basso con l’alto Salento e che segnò, ancora una volta, la differenza con la Capitanata gravitante sempre di più nell’orbita napoletana.
L’Autore
Mario Cazzato ha studiato architettura a Roma. La sua prima opera dove affronta i problemi della civiltà barocca salentina, scritta con Vincenzo Peluso, è Melpignano. Indagine su un centro minore, con introduzione di Mauro Manieri Elia, del 1986. Da allora ha pubblicato circa un centinaio tra libri, guide e saggi, anche su riviste a carattere internazionale, nell’intento di ricostruire, specialmente da una prospettiva storico-documentaria, il tessuto culturale dell’arte salentina dal Medioevo al XIX secolo.
Nel 1995 per Editalia ha pubblicato il monumentale volume Popoli di Puglia. Dirige alcune collane editoriali ed è segretario della Società Storica di Terra d’Otranto fondata da Pierfausto Palumbo.
Disponibile dal 15 gennaio 2013
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