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Il mito del Risorgimento è da tempo messo in discussione e i vinti non sono più rappresentati come spietati tagliagole.
Una revisione, questa, che non deve suscitare utopie secessionistiche: non si possono cancellare centocinquant’anni di storia unitaria e di guerre combattute e sofferte con la stessa divisa e sotto la stessa bandiera.
In un Paese come il nostro, queste pubblicazioni aiutano a comprendere le ragioni dei vinti e dei vincitori, contribuendo alla costruzione di una storia condivisa.
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