“Le acque cristalline
dei ricordi”
-Un tuffo con Rocco
Boccadamo
Nell’opera letteraria di Rocco Boccadamo dal titolo “Compare,
mi vendi una scarpa?” è entusiasmante per il lettore saltare a piedi nudi da
una storia all’altra.
Si tratta di sentieri che partono dal presente e ripercorrono
il passato senza incertezze, mappe tracciate con cura da una scrittura
elegante, tanto semplice nei contenuti quanto ricercata nella tessitura della
forma.
Inutile in questo cammino la discriminante delle calzature
allo stesso modo di quella delle classi sociali e dei luoghi comuni, visto che
lo scrittore offre a tutti i presenti un emozionante viaggio di ritorno alle
origini attraverso la riscoperta di un Salento puro nei legami, mentre agli
assenti regala un biglietto di andata, a bordo della memoria, verso il Salento
di oggi. Splendida azione di marketing a beneficio della nostalgia di chi
scrive, della conoscenza di chi legge e dell’onore di chi manca.
Sfilano nelle pagine suggestivi episodi di vita filtrati
dalla testimonianza diretta di Boccadamo, ed è singolare vederli associati ai
nomi appuntati e ai soprannomi per intero di personaggi antichi, spesso parenti
e amici, che della dignità e dell’ingegno fecero baluardo utile a non
identificare più la società contadina nello stallo di ogni individualità
fattiva, ma a riscoprirla come individualità armonica e sociale.
‘Il ragazzo di ieri’, come ama definirsi il nostro autore,
ritorna più volte col pensiero alla culla del suo divenire, il paesino natio di
Marittima con le sue scogliere degradanti verso il mare, i Serriti, la vicina
Castro con via Frasciule, Largo Campurra e l’amato rione dell’Ariacorte, luogo
votato all’incontro e al confronto, per inclinazione naturale, di ogni
generazione: “Si conosceva tutto di tutti”, scrive Rocco, e non certo per
semplice gossip ma per interesse dettato dal sentimento.
Chiaro l’intento di Boccadamo: niente deve passare nel
dimenticatoio, a cominciare dagli antichi mestieri e attività tradizionali per
finire ai riti religiosi dei piccoli borghi del Salento del Sud.
Ed è favola, ed è vita.
Chi è costretto alla lontananza dalla propria terra per
lavoro o per qualsivoglia motivo sa bene come l’affinamento dei ricordi sia uno
dei pochi rimedi efficaci contro il dolore dell’assenza, la sola consolazione
allo strappo dagli affetti più cari.
Tutto si ricompone e torna a vivere nella potente magia della
memoria, tutto si trasfigura nella delicatezza della poesia che nasce da colori
e profumi familiari.
Esistono terre che non sai e terre che ti porti dentro come
cellule dell’anima.
Non occorre un testo di ‘Anatomia umana’ per andare a
scovarle, né un brevetto da sub per scendere in profondità e recuperarne la
memoria, basta solo lasciarsi guidare da chi è diventato uomo grazie
all’esempio delle persone, ovvero attraverso il massimo livello della scala dei
valori, a detta di Boccadamo stesso, il ‘ragazzo di ieri’ e il gentiluomo di
oggi.
La nobiltà d’animo del nostro autore e quella sua ironia
macchiata di malinconia rendono cristallini i ricordi allo stesso modo del suo
mare, mare amato di Castro, mare dei Serriti, dei Porticelli, mare che perfino
l’imponente carrubo nel giardino di casa riconosce amico e fratello.
Raffaella Verdesca
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