CHE SUD FA
UNO STUDIO DI MARIO CAZZATO
Di
Pasquale Tempesta
Barocco pugliese
Barocco, un patrimonio da salvare. Non soltanto nel
Leccese ma in tutta la regione, dove non mancano esemplari notevoli di
costruzioni, civili e religiose, realizzate in questo «trionfale» stile
architettonico affermatosi in particolare a partire dal Seicento. A
sottolinearlo è Mario Cazzato, autore di un centinaio fra libri, guide e saggi
sull’argomento, con il volume Puglia
barocca (Capone Editore, pagine 136, € 18,00) che rappresenta una vera e
propria rassegna delle costruzioni realizzate, appunto in questo stile da molti
ritenuto fin troppo ampolloso e magniloquente, ma che ha un suo particolare
fascino.
Ovviamente, nulla e nessuno possono contestare a
Lecce un patrimonio ed un primato che sono nei fatti. Tuttavia – come osserva
l’autore – esemplari notevoli di questo stile architettonico non mancano
nell’intera Puglia. Accanto a quelli di Lecce, vanno infatti citati esemplari
insigni come la cattedrale di Gallipoli, la chiesa di San Domenico in Nardò, e
altri edifici, religiosi e non, a Galatone, a Corigliano. Rimanendo sempre nel
Salento, ma spostandosi nelle vicine province di Brindisi e Taranto, occorre
soffermarsi su esemplari edifici dei capoluoghi, ed ancora su quelli di Martina
Franca, Castellaneta, Francavilla Fontana e via di seguito.
Anche se è opportuno sottolineare il fenomeno di
quella che alcuni hanno definito la prima «riscossa antibarocca»,
caratterizzata da un vero e proprio «ripensamento» intellettuale, culturale e
architettonico del puro stile rococò.
Fenomeno questo ancor più accentuato in Terra di
Bari e nel Foggiano dove va sviluppandosi la «moda» (si fa per dire) delle guglie
barocche in onore dei santi o in ricordo di eventi particolari con splendidi
esemplari in tutta la regione. Segnalabili, fra gli altri, quelli di Mola
(Palazzo Alberotanza); di Bitonto (un altare nella Chiesa di San Gaetano e la
guglia dell’Immacolata); di Monopoli (la cattedrale); di Bari, il Seminario.
Per quanto riguarda la Capitanata, si può addirittura parlare del cosiddetto
«tardo barocco» in cui all’ispirazione architettonica iniziale si aggiunge uno
slancio evolutivo, segno di una renovatio,
un cambiamento stilistico epocale ormai non più rinviabile.