CAPONE TUTTA DA
LEGGERE LA NUOVA EDIZIONE DEL VOLUME SCRITTO DALLO STUDIOSO SALENTINO
Il «ragno» di Nocera torna col suo morso nell’universo
tarantato
Note di Lapassade, Cannizzaro, Ruck e Staples
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Dopo il successo della prima
edizione (del 2005, ormai introvabile), ecco nuovamente in libreria il best
seller di Maurizio Nocera Il morso del
ragno (Capone Editore, 152 pagine, 10 euro), con introduzione di Gilberto
Camilla (“Tarantismo e sessualità”),
prefazione alla prima edizione di Georges Lapassade (con intervista), un saggio
di Piero Cannizzaro (“Cosa è il
tarantismo oggi”) e postfazione di Carl Anton Paul Ruck e Blaise Daniel
Staples (“La tarantella e la follia di
Io. Danzando con la musica del tempo”); conclude il libro l’importante
sezione di testimonianze fotografiche. L’indicativo sottotitolo esplicita, in
modo chiaro e inequivocabile, le finalità del volume: «Alle origine del tarantismo e il mondo del fenomeno vissuto dall’interno.
Interviste a tarantate e parenti».
In realtà, come spiega lo stesso
autore nell’avvertenza, questa nuova edizione risulta divisa in due parti: una
prima, introdotta da Camilla, presidente della Società italiana di studi sugli
stati di coscienza, seguita dalle sedici interviste che, sebbene di qualche
anno fa, conservano tutta la loro importanza. Il libro si chiude con la
postfazione di Ruck e Staples, entrambi ricercatori statunitensi giunti sin nel
Salento in occasione del convegno di studi che si tenne a Corigliano d’Otranto,
nove anni fa, il cui intervento a quattro mani viene qui pubblicato per la
prima volta.
«Nocera dice il filosofo, sociologo
ed etnografo francese Lapassade, scomparso nel 2008 è da tempo uno dei
principali animatori del neo-tarantismo salentino, la cui sorgente principale
resta l’opera classica di Ernesto de Martino La terra del rimorso. La corrente di studio, sviluppatasi
nell’intero Salento, si alimenta del ricordo del tarantismo d’altri tempi,
facendo rivivere nelle feste e in altre manifestazioni la dimensione musicale,
corale e orchestrale. L’autore, con questo lavoro, contribuisce alla diffusione
e alla conoscenza delle ricerche condotte fornendo nuovi apporti come, ad
esempio, l’intervista a Luigi Stifani, divenuto noto perché musico-terapeuta di
Maria di Nardò e spesso citato da E. De Martino. Scopo del libro è anche quello
di delineare contenuti culturali utili a formare l’identità collettiva
salentina, a volte diversa da quella descritta nel 1959 dallo stesso De Martino.
Sebbene sia ormai disponibile un’ampia bibliografia, anche internazionale, il
tarantismo resterà un fenomeno da approfondire. Certamente non si potrà fare a
meno di tener conto dei saggi degli storici, psicanalisti, psicoterapeuti,
filosofi, sociologi, etnologi, filologi, etnomusicologi e studiosi di mitologia
classica presenti in questa raccolta che offre una nuova lettura anche della
letteratura sin qui prodotta sull’intrigante argomento. (din.lev.)
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