Nel libro, Pompei, Ercolano e Paestum, indiscussi luoghi di frequentazione di legioni di curiosi, la fanno da padrone, ma non poco spazio è riservato, ovviamente, sia alle poleis magnogreche (Metaponto, Siris/Eraclea, Sibari, Taranto) che alle città romane (Aeclanum, Grumentum, Saepinum) con i loro davvero sorprendenti resti monumentali.
La Puglia, la regione che le antiche popolazioni illiriche e greche incontravano per prima nei loro spostamenti verso Occidente, occupa, ma non a caso, la parte introduttiva del volume. E si parla di Roca, la cittadina a nord di Otranto, che sta riservando notevoli sorprese alla ricerca archeologica, sorprese che dimostrano della frequentazione micenea del suo porto; della messapica Manduria, sotto le cui mura fu ucciso Archidamo, re di Sparta, venuto in Puglia per dare una mano a Taranto; di Egnazia e di Brindisi, i porti dai quali partivano le legioni romane alla conquista dell’Oriente; di Canosa, la città peuceta che con il ricco materiale fittile e con gli ori e le ambre venuti alla luce dalle tombe ipogeiche delle grandi famiglie locali ci dicono della ricchezza del luogo, crocevia di strade che collegavano l’Adriatico con il Tirreno, Otranto con Roma.
Il volume, con una scrittura scorrevole e immediata, senza indulgere a tecnicismi, si rivolge ad un pubblico che ha curiosità di conoscere quel che era il Sud delle prime popolazioni italiche, dei magnogreci, insediatisi a partire dall’VIII sec. a. C., e dei romani che, nel III. a. C., con la loro ben oleata macchina da guerra sottomisero l’intero Mezzogiorno.
Lorenzo Capone, "I luoghi dell'archeologia. Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Molise", Capone Editore, 2011
Il volume, cartonato, formato cm 17 x 24, pagine 144 pagine, interamente a colori, è posto in vendita a Euro 20,00
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